Menopausa, un aiuto naturale: i Fiori di Bach

3 Set, 2018 da

menopausaSe è vero che la menopausa rappresenta un momento del tutto naturale e fisiologico nella vita di ogni donna e che non deve essere vissuta come una malattia, è altrettanto indubbio che spesso (anche se non sempre) può comportare diversi disturbi, soprattutto nelle sue fasi iniziali.

Si tratta, infatti, di una fase di cambiamento e come tutti i cambiamenti può comportare sofferenza sia a livello mentale che fisico, se non vissuta armonicamente. Ogni donna, infatti, vive ed elabora in maniera differente questa esperienza e può aver bisogno di un supporto per raggiungere un nuovo equilibrio, soprattutto a livello emotivo.

Quando nella donna si riscontra una mancanza di armonia dell’unità mente-corpo-spirito, che poi è uno squilibrio del sistema Psico-Neuro-Endocrino-Immunitario, si assiste all’emergere di una sintomatologia perturbante, con sintomi quali vampate, calo o instabilità dell’umore, paura del futuro, mancata accettazione dei cambiamenti che avvengono a livello fisico, iperattività o stanchezza, alterazioni del sonno, ansia, rimpianti, autocommiserazione o calo dell’autostima.

In tutti questi casi i Fiori di Bach risultano un aiuto delicato ma efficace per avviare quel ripristino del dialogo interiore che per il dott. E. Bach sta alla base di ogni processo di cura.

Come suggerisce il dott. Maurizio Lupardini (medico, psicoterapeuta, docente dell’Associazione Medica Italiana di Floriterapia) nella sua relazione al IV Convegno di Medicina Integrata, dal titolo Vivendo il cambiamento in menopausa ovvero la floriterapia di Bach quale intervento equilibrante nel passaggio dall’exoterismo all’esoterismo femminile, senza dimenticare le basi fisiologiche dei sintomi che contraddistinguono tale periodo, è comunque corretto interpretare tali sintomi alla luce di come la donna li vive e li elabora, integrandoli nella sua personale esperienza. I sintomi assumono, quindi, l’identità di segni. A loro volta questi ultimi divengono simboli che sono diretta espressione della disarmonia del complesso cambiamento delle modalità relazionali ed esistenziali della donna in questa fase della vita. In floriterapia è proprio grazie alla raccolta e la decodifica di questi simboli, considerati l’espressione a livello mentale e/o metacorporeo di come la persona vive il suo personale disagio, che viene orientata la prassi terapeutica.

Come abbiamo già avuto modo di scrivere parlando dell’ansia, non esiste un fiore o un mix di fiori di Bach indicato per tutte; ogni donna è unica e vive questo passaggio in modo diverso, come diverso sarà il mix di rimedi necessario.

Cinonostante posso però provare a descrivere i fiori che solitamente, secondo la mia esperienza, si rivelano utili in molti casi, senza alcuna pretesa di esaustività, anche perché ogni donna può esprimere emozioni molto diverse che andranno riequilibrate da un fiore ad hoc.

Walnut: è il fiore del cambiamento, che interviene quale protezione nelle diverse fasi della vita, in quelle fasi, in particolare, nelle quali occorre integrare un mutamento importante nella propria storia. Walnut aiuta ad accettare serenamente gli inevitabili cambiamenti legati alla nuova condizione per trasformarli in opportunità. Come l’albero del noce da cui deriva offre rifugio sotto le sue ampie fronde agli animali della foresta, così Walnut protegge nelle fasi di transizione, quando tale transizione risulti ostica o fonte di ansia e sofferenza ed è adatto a coloro che sono particolarmente sensibili ai cambiamenti. Aiuta a “fare il passo” per cambiare e ad adattarsi alle nuove condizioni, se il cambiamento è già avvenuto.

Crab Apple: è consigliato, tra le altre cose, anche a chi si sente disgustato da se stesso o anche solo dalla propria immagine allo specchio, a chi prova vergogna del proprio corpo, a chi “non si piace”, a chi si sente poco desiderato. È anche il grande purificatore e, come tale, è di aiuto per eliminare tutti i tipi di tossine, a cominciare da quelle mentali ed emotive. Crab Apple aiuta a vedere gli eventi nella giusta prospettiva; il dott. Bach lo ha descritto come il rimedio che aiuta a liberarsi di ciò che non piace in noi, sia esso nel corpo o nella mente. Porta accettazione di sé e dei propri difetti.

Honeysuckle: è il fiore che aiuta a tagliare con il passato, spesso idealizzato e a vivere nel presente. Non sarà, così, più necessario cercare invano di fermare il tempo, ma sarà possibile comprendere che l’unico momento che ha senso vivere è quello presente, senza sprecare inutilmente energie in un continuo aggrapparsi ad un passato che blocca ogni tentativo di sviluppo della storia personale.

Mimulus: è il fiore del coraggio, da impiegare quando, in stato di squilibrio, il coraggio viene meno e sorge la paura, una paura ben identificata come, ad esempio, quella di non essere più attraente, di non essere più donna al cento per cento, la paura per il futuro, la paura dinanzi ai cambiamenti che si vivono.

Larch: è il rimedio necessario per riequilibrare sentimenti d’inferiorità o di perdita dell’autostima che possono sorgere al mutare della fisicità della donna. Soprattutto in quei casi in cui la menopausa è accompagnata da un calo del desiderio o da un risvolto negativo nei confronti della sessualità, infatti, possono emergere dei veri e propri sentimenti d’inferiorità nei confronti del partner perché la donna può percepire il proprio corpo come non più desiderabile.

Scleranthus: il rimedio è indicato per gli sbalzi di umore, dona stabilità ed equilibrio ed è perciò indicato in un momento come la menopausa in cui questa stabilità sembra man mano venir meno e ci si sente spesso in balìa delle proprie emozioni.

Willow: è il rimedio consigliato a coloro che nei momenti di disarmonia vedono tutto nero e provano rancore per il mondo intero e per la vita che li ha trattati male, chiedendosi spesso cos’abbiano fatto per meritarsi un simile destino. Rimurginando in continuazione su se stessi, finiscono per autocompiangersi e lamentarsi e, quando le cose vanno male, non riescono a vederne il lato positivo, né a dimenticare e perdonare.

Olive: è il fiore indicato negli stati di esaurimento fisico e mentale che hanno una causa precisa, utile, ad esempio, nei casi in cui la menopausa comporti alterazioni del sonno e, di conseguenza, uno stato di stanchezza e debilitazione. Olive aiuta a recuperare le energie per affrontare la vita con entusiasmo.

A questo punto, a proposito di disturbi del sonno in menopausa, vorrei citare un caso di trattamento con Fiori di Bach pubblicato nel 2017 su PubMed dal titolo Effects of Bach Flower Remedies on Menopausal Symptoms and Sleep Pattern: A Case Report  condotto in Brasile presso la Clinica dei disturbi del sonno post menopausali del Dipartimento di Ginecologia dell’Università Federale di San Paolo.

Obiettivo dell’indagine è stato quello di valutare gli effetti dei Fiori di Bach sui marcatori del sonno (percezione relativa alla qualità del sonno e sonno effettivo) e su altri sintomi da menopausa (ad esempio alterazioni vasomotorie ed ansia).

La durata del trattamento con i Fiori è stata di 4 mesi e la qualità del sonno misurata all’inizio e al termine del trattamento tramite questionari ad hoc e attraverso polisonnografie (un esame che consente di studiare le modificazioni dell’attività cerebrale, muscolare, cardiaca, respiratoria e autonomica che si verificano durante il sonno).

Il risultato finale ha evidenziato un miglioramento sia della percezione che della qualità effettiva del sonno, oltre ad un miglioramento dei sintomi diversi dall’insonnia.

In conclusione, l’articolo afferma che: “L’uso dei Fiori di Bach come strategia terapeutica per alleviare i sintomi della menopausa quali ansia, cambio di umore e insonnia, sembra meritevole di ulteriori approfondimenti e investigazioni”.

Per finire, desidero riportare ancora una volta le parole del dott. Lupardini: “La menopausa quale momento di cambiamento ha insito in sé il concetto di passaggio da uno stato di equilibrio comportamentale-esistenziale ad un altro, compiuto attraverso quel viaggio interiore personale ed unico caratterizzante ogni donna in maniera individuale. Il percorso potrà essere più o meno difficile, ma il suo fine ultimo sarà quello di avviare, nella donna, un processo di ridefinizione psichica e relazionale, della sua prospettiva su di sé e sul mondo e dei suoi modi di essere e d’agire. I fiori in quanto elementi che agiscono ampliando la consapevolezza e la conoscenza di noi stessi trovano, allora, un preciso impiego, utilizzati da soli o ad integrazione di altre forme terapeutiche, nel favorire il suddetto percorso conoscitivo”.

 

 

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